Page 13 - I delitti della rue Morgue
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ritorno della vera Oscurità. Allora ci mettevamo a per-
correre le vie l’uno sottobraccio dell’altro, continuando
la conversazione del giorno, vagabondando a caso fino a
ora avanzata, cercando in mezzo alle luci e ombre della
popolosa città quegli innumerevoli eccitanti dello spirito
che può dare l’osservazione spassionata.
In quei casi non potevo fare a meno di osservare e di
ammirare – quantunque la sua ricca idealità avrebbe do-
vuto prepararmivi – la particolare attitudine analitica del
mio amico. Egli sembrava trovare un fervido gusto ad
esercitarla – se non proprio a metterla in mostra – e non
esitava a confessarlo. Con un riso sordo, interiore, si
vantava con me del fatto che quasi tutti per lui avessero
una finestra aperta nel petto, e accompagnava ordinaria-
mente le sue osservazioni con prove dirette e sorpren-
denti di quanto a fondo conoscesse me stesso. In quei
momenti il suo modo di fare era freddo e distratto, i suoi
occhi fissavano il vuoto, e la sua bella voce da tenore
saliva ad un tono di testa che sarebbe apparso petulante
senza la deliberatezza e la chiarezza assoluta della dizio-
ne. Osservandolo allora, mi capitava spesso di soffer-
marmi a meditare sulla vecchia filosofia dell’anima
doppia e mi divertivo all’idea di un doppio Dupin, un
Dupin creatore e un Dupin analista.
Da quanto ho detto, non si immagini che io stia per
svelare un mistero o per scrivere un romanzo. Quello
che ho descritto era in questo singolare francese sempli-
cemente il risultato di una intelligenza sovraeccitata,
forse malata. Ma un esempio darà meglio l’idea del ca-
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