Page 16 - I delitti della rue Morgue
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coerenza e della distanza, in apparenza incommensura-
bile, fra il punto di partenza e la mèta. Si giudichi quindi
del mio stupore alle parole di Dupin, quando fui costret-
to a riconoscere che aveva detto la pura verità. Allora ri-
prese:
– Se la memoria non m’inganna, proprio prima di la-
sciare la Rue C... si parlava di cavalli. Questo è stato
l’ultimo soggetto della nostra conversazione. Entrati poi
in questa strada, un fruttivendolo con un grande cane-
stro sul capo, passandoci velocemente daccanto, vi ha
fatto andare contro un mucchio di sassi, in un punto
dove si sta riparando il selciato della strada. Avete mes-
so il piede su una pietra, siete scivolato e vi siete slogato
leggermente la caviglia. Avete fatto l’aria seccata, im-
bronciata, avete anche borbottato qualche parola; poi vi
siete voltato per guardare il mucchio di sassi e silenzio-
samente avete ripreso la vostra strada. Io non ero parti-
colarmente attento a quello che facevate: ma per me, ul-
timamente, l’osservazione è diventata una specie di ne-
cessità.
«Avete tenuto lo sguardo fisso a terra esaminando con
espressione irritata le buche e le rotaie del selciato per
cui si vedeva che pensavate sempre alle lastre fino a che
non siamo arrivati al vicoletto detto Lamartine , che è
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stato pavimentato, per fare una prova, con un sistema
nuovo di blocchi incastrati e inchiodati. A questo punto
1 Avverte Baudelaire, nella sua traduzione, che Poe non era
mai stato a Parigi e che i nomi di strade e piazze sono parti della
sua fantasia. (N. d. T.)
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