Page 37 - Odi e Inni
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È il maggiore con i suoi capi, a’ piedi
                         del sicomoro.



                         Calmi e gravi parlano, o con le argute

                         coppe levano un tintinnìo di festa.
                         Un leone vigila, su le irsute
                         zampe la testa.



                         Di memorie parlano, e d’un paese

                         morto, e d’una terra che fu: che aveva
                         nome (... il grosso capo di tra le stese
                         zampe si leva...)



                         nome Italia! Italia! Fu grande. Or una

                         gran palude stàgnavi su, tranquilla.
                         Là, tra sette colli, alla nuova luna
                         latra una Scilla.



                         Oh! le bianche fronti una nube adombra:

                         ma i bicchieri toccano, via! La loro
                         patria l’hanno dessi! Lo tomba all’ombra
                         del sicomoro.








                                                     IL DOVERE





                         Udii nel cuore un grido, alto... Nel lume

                         del sole era silenzio, era soltanto
                         sempre più forte il murmure d’un fiume:
                         dell’immortale fiume Xanto.



                         Vivi di quella sola ansia del luogo

                         gli eroi pareano, stando già sui cocchi,
                         e i lor cavalli, torvi sotto il giogo
                         nell’immobilità degli occhi.



                         Gli occhi eran volti là nel mezzo al ringhio

                         del Sauro figlio dell’Arpia Podarghe,


                                                                                                               35
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