Page 36 - Odi e Inni
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quella vendemmia! resti ancor, maturi
quella barbèra!
Non beva il vino dell’eroe chi chiede
al vin l’oblìo del cuore e delle gambe
tremule! Ei vive: là vagar si vede,
solo, tra l’ambe.
Serbalo il vino dell’eroe che tace
ma vive. Ignote costellazïoni
lui fissano e, con occhi tra le acace
tondi, i leoni.
Serbalo il vino dell’eroe che vuole
quello che vuole, e là resta al comando
suo, donde, certo e allegro come il sole,
tornerà, quando...
Serba per quando, ciò che ha fermo in cuore,
coi nostri pezzi che al ghebì selvaggio
son come cani, e con il nostro onore
ch’è come paggio...
Serba la tua purpurea barbèra
per quando, un giorno che non è lontano,
tutto ravvolto nella sua bandiera
torni Galliano.
CONVITO D’OMBRE
Quale è quel ronzìo di parole? solo
nella notte, fievole, che rimbomba
come il palpitare d’un oriuolo
dentro una tomba?
Nel deserto splende un convito. Vedi
un gran bianco in mezzo alla notte d’oro?
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