Page 34 - Odi e Inni
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sì che, dalle sue spoglie
di seta, salda esce la rappa.
Bella granita, lunga dritta intera,
v’esce la rappa dalle spoglie nette,
come un bel bimbo a sera
svestito delle sue cioppette.
Cantate dunque, se l’annata è piena,
o sfogliatrici, uno stornello allegro!
Via quella cantilena
e la battaglia del Re negro!
Nell’Agamè, sui morti che piangete,
sono molti anni che si vanga e si ara,
e il rosso tief si miete
pei fitaurari e i barambara.
Le donne, là, dai denti come latte,
cantano anch’esse, in cerchio, su lo strame.
Una nel mezzo batte
sul cupo negarìt di rame.
Cantano il giorno che per borri e valli
seimila vite giovini sul posto
fermò come cavalli
che fiutano il leon nascosto.
Cantano poi la notte lunga, e i fuochi
accesi dal Gundapta a Gunaguna,
e spari e grida, e fiochi
sospiri al lume della luna;
e i Ras che avanti l’uggiolìo crudele
di iene erranti che fuggian la fiamma,
beveano l’idromele
ravvolti nel purpureo sciamma.
O sfogliatrici! Odo un bussare; sento
tra il vostro canto un tonfo lento e strano,
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