Page 25 - Odi e Inni
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tesseano a farne un fresco di rugiada
                         feretro molle,



                         su cui deporre un eroe morto, un fiore,

                         tra i fiori; e mille, eletti nelle squadre,
                         lo radduceano ad un buon re pastore,
                         vecchio, suo padre.



                         Ed ecco, ai colli giunsero sul grande

                         Tevere, e il loro calpestìo vicino
                         fugò cignali che frangean le ghiande
                         su l’Aventino;



                         ed ululò dal Pallantèo la coppia

                         dei fidi cani, a piè della capanna
                         regia, coperta il culmine di stoppia
                         bruna e di canna;



                         e il regio armento sparso tra i cespugli

                         d’erbe palustri col suo fulvo toro
                         subitamente risalia con mugli
                         lunghi dal Foro;



                         e là, sul monte cui temean le genti

                         per lampi e voci e per auguste larve,
                         alta una nera, ad esplorar gli eventi,
                         aquila apparve.



                         Volgean la testa al feretro le vacche,

                         verde, che al morto su la fronte i fiocchi
                         ponea dei fiori candidi, e le bacche
                         rosse su gli occhi.



                         Il tricolore!… E il vecchio Fauno irsuto

                         del Palatino lo chiamava a nome,
                         alto piangendo, il primo eroe caduto
                         delle tre Rome.










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