Page 20 - Odi e Inni
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e tu fremesti su le lor catene,
tu così grande come i lor grandi avi.
Ospite ad ogni vero, ad ogni bene,
tu, come ad ogni stormo, ad ogni nido,
quercia vestita d’edera e lichene;
tu, ad ogni sventura ospite fido,
albero antico, dove sei?… Dov’era
sol esso un bosco, non è più che lido.
lido a cui scaglia i flutti la bufera
che già s’appressa: già nel ciel di brage
dai quattro punti l’avvenir s’annera.
Vento di guerra, vortice di strage
corre la terra, e le speranze sante
nel cielo oscuro svolano randage.
E un gran deserto, tutto cose infrante,
sotto la nube che sibila e va,
la terra dove tu stavi gigante,
albero morto della libertà!
BISMARCK
Oh! no: quieto non lo so pensare
tra le quattro assi, l’uomo della guerra.
Egli era il vento; il mondo era il suo mare.
Egli era il vento: e qual sepolcro serra
il vento che vanì con un lamento,
poi che volò su l’onde e su la terra?
Ecco: egli leva dalla bara il lento
suo fasciame dell’ossa; e su le porte
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