Page 16 - Odi e Inni
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scoppio donde ora resta una nuvola
grigia che pigra fuma nel vitreo
serale silenzio,
tra i salci colore d’assenzio!
C’era, de’ doppi per la Vigilia
de’ Morti, un vago pendulo palpito
appena: sol oggi
vedevo i castagni già roggi:
quando quel tuono per sempre il gracile
bisbiglio ruppe d’una cutrettola
oh! scesa nel piano
per questa sementa del grano.
Parea dicesse: – L’uomo, che semina,
io l’amo. Buono, con un suo vomere,
egli apre le zolle
scoprendo l’anelide molle.
Non sementina forse è quest’umida
giornata? Or ora goccie di nebbia
piovevano mute
su l’aride foglie cadute.
Ma non un muglio s’ode a cui correre
possa io sui toffi con tremiti agili
e balli, nel solco
che segue alle spalle il bifolco.
O dove è il curvo bifolco? Trepida
schiere ho vedute muovere squallide
in umile cappa
al luogo ov’è un solo che zappa.
Zappa, non ara; zappa e non semina;
talor con uno, pallido pallido
e tacito, appresso;
nell’ombra d’un lungo cipresso…
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