Page 14 - Odi e Inni
P. 14

Ti vidi, o giorno che dalla grande Orsa
                         inopinato esci nel cielo, e trovi

                         le costellazïoni in corsa
                         dirette a firmamenti nuovi!



                         Ti vidi, o giorno che su l’infinita
                         via delle nebulose ultime e sole

                         appari. M’apparisti, o vita
                         che splendi quando è morto il sole.



                         Un alito era, solo, per il miro
                         gurge, di luce; un alito disperso

                         da un solo tacito respiro
                         e che velava l’universo:



                         come se fosse, là, per un istante,
                         immobile sul sonno e su l’oblio



                         di tutti, nella sua raggiante

                         incomprensibilità, Dio!







                                               IL CANE NOTTURNO





                         Nell’alta notte sento tra i queruli

                         trilli di grilli, sento tra il murmure
                         piovoso del Serchio che in piena

                         trascorre nell’ombra serena,


                         là nell’oscura valle dov’errano

                         sole, da niuno viste, le lucciole,
                         sonare da fratte lontane

                         velato il latrato d’un cane.


                         Chi là, passando tardo per tacite

                         strade, fra nere siepi di bussolo,
                         con l’eco dei passi, in un’aia

                         destava quel cane, che abbaia?


        12
   9   10   11   12   13   14   15   16   17   18   19