Page 83 - Nuovi poemetti
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PIETOLE


                                                                  Sacro all'Italia esule.

                                                              I


                                            Siede, adagiato sotto la corona
                                            d'un ampio faggio, il dorso ad una siepe,
                                            il contadino. E piena d'api i fiori,
                                            la siepe manda un lieve suo sussurro.
                                            Splendono intorno e fiumi e laghi al sole,
                                            al vento glauche fremono le spighe.
                                            Ad ora ad ora un muglio di giovenchi
                                            cupo, e un tremulo ringhio di polledri;
                                            e tubar rauche qua e là colombe,
                                            e gemebonde tortori sull'olmo.
                                            Quegli ripete aspre parole ai pioppi,
                                            ai lunghi pioppi dondolanti in fila.
                                            E dice:


                                                       - I am Italian
                                                       I am hungry... -


                                            I pioppi a lui rispondono, col canto
                                            d'un rusignolo ch'ha sui rami ognuno,
                                            l'un dopo l'altro; e lontanando il canto
                                            va sino al Mincio ed al ceruleo Po.


                                                             II

                                            Ché nell'autunno è per lasciare i campi,
                                            il campagnolo, e dire addio per sempre
                                            alla sua verde Pietole. Ché fugge
                                            la Patria; dove, e' non lo sa per ora.
                                            Qual sia per lui, de' quattro venti, ancora
                                            e' non lo sa; né lo sa meglio il vento,
                                            il lieve vento ch'ora sulla palma
                                            gli sfiora e sfoglia crepitando un libro
                                            da portar seco nel cammino ignoto.
                                            Ora a quel vento e' cómpita cantando
                                            strane parole a chieder pane e fuoco,
                                            acqua e lavoro, oltr'alpi ed oltre mare,
                                            sotto altro sole...

                                                       - Ich bin Italiener
                                                       Ich bin hungrig... -

                                                                         A quelle voci strane
                                            dalle verdi acque echeggiano le rane
                                            con la querela sempre ugual, ch'eterna-


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