Page 79 - Nuovi poemetti
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E quei pigiava; quando, all'improvviso,
Rosa lassù, Rosa, già muta e mesta,
si levò su, molle di pianto il viso,
con un singhiozzo, e Violetta, china
a guardar fuori immersa in un sorriso
si volse bianca, e mormorò: Rosina!
CANTO SECONDO
I
«Rosina! L'hai promesso anche stamane...
Non pianger più!» Ma Rosa pianse ancora,
tra il suono a festa delle due campane.
«O Violetta, mi pareva or ora
fosse la gloria per un angiolino...
oh! come quando... Fu dopo l'aurora.
Sentii parlare ed un odor vicino.
Avean qualche garofano e viola:
una ghirlanda per il mio bambino.
E c'era il prete, il prete con la stola.
- Ma tutto ha qui! le robe sue ben fatte,
la sua cunella con le sue lenzuola,
e un petto ancora pieno del suo latte!
II
Non vuol venire. È tristo, che fa pena.
Oh! come è tristo! In vero è così poco
che ride un poco! Ci ha imparato appena! -
Ricordo un giorno lo sfasciavo, al fuoco,
e lo guardavo. Ei tese il dito a un occhio.
Lo vide lustro, gli pareva un gioco,
chi sa? vedeva un altro bel rabocchio
lì dentro. E io me lo tenea lontano,
lo patullavo in alto d'in ginocchio,
gli prendea la manina nella mano,
e la scoteva, gli facea le rise;
ed ecco, anch'egli si provò pian piano,
fece bel bello le fossette, e rise.
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