Page 75 - Nuovi poemetti
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Col vento via le vane foglie vanno;
gemono, mentre intorno si fa sera.
«Non torneremo al rifiorir dell'anno:
noi ce n'andiamo avvolte nell'oblìo.
Non fu la vita che un fugace inganno.
L'albero è morto. Addio per sempre! Addio!»
È morto il giorno, ed anche muor la sera,
ed anche muore il canto tristo e pio.
E il cielo splende su la terra nera.
III
Il vento trova la sua strada ingombra
di foglie e stelle. Gli alberi, sparito
e l'uno e l'altro. Io vedo una grande ombra.
Ne vedo un solo. All'animo lo addito,
l'albero solo. Spunta da un velame
di nebbia eterna, ed empie l'Infinito.
Protende le invisibili sue rame
cui sono appesi d'ogni parte i mondi.
Si crolla ad un grande alito il fogliame;
e d'un perenne tremolìo le frondi
lustrano ardenti. Alcuna cade e brilla
giù per gli abissi ceruli, profondi.
Io, sotto la corona, che sfavilla,
dell'Universo, odo, smarrito assòrto,
uno stridìo. Forse una foglia oscilla
ancora a un ramo dell'albero morto.
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