Page 78 - Nuovi poemetti
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Poi verrò io: non c'è di mezzo il mare».


                                            Era un piacere rivederle unite
                                            le due sorelle al solito lavoro!
                                            Ma quelle sere, nell'ottobre mite,


                                            anche si dava che piangean tra loro.

                                                             III

                                            Erano quella sera alla finestra.
                                            Salìano gli uni coi bigonci pieni,
                                            l'altre scendean con vuota la canestra.

                                            Parlavano nel lungo va e vieni,
                                            alto, ché in loro anche parlava il vino.
                                            «Si vuol finire, prima che si ceni».

                                            «Non resta che il filare qui vicino.
                                            Saranno due bigonci o tre; ma un poco,
                                            perché li tenga, vuol pigiato il tino».

                                            Il cielo già si colorava in fuoco.
                                            Al colmo tino il giovinetto snello
                                            si lanciò su, come a provar per gioco.

                                            Stette sull'orlo un poco in piedi, bello,
                                            raggiante tutto del suo bel domani,
                                            a braccia spante, simile a un uccello.

                                            Poi si chinò, s'apprese con le mani
                                            all'orlo, e dentro, fra le pigne frante
                                            tuffò le gambe e sul crosciar dei grani.


                                            Il rosso mosto risalì spumante
                                            sopra i garretti; ed ei girava a tondo
                                            premendo coi calcagni e con le piante.


                                            E il sole rosso illuminava il biondo
                                            vendemmiatore; ed ecco, da un remoto
                                            canto del cielo un tintinnìo giocondo.


                                            Uno, dal cielo, accompagnava il moto
                                            dei piedi suoi, di su quei rosei fiocchi,
                                            picchiando in furia sur un bronzo vuoto...

                                            L'altro moveva rapidi i ginocchi
                                            sul rosso mosto, anche movea la testa
                                            ben in cadenza, il sole in mezzo agli occhi.

                                            Ma era un suono di campane a festa.



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