Page 80 - Nuovi poemetti
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III

                                            Rise. M'avea riconosciuta: ero io:
                                            la mamma, ahimè!... Prima, diceva al seno,
                                            con gli occhi e con le due manine, È mio!

                                            Dopo, ero sua, tutta, né più né meno.
                                            E, se vagiva e se piangeva, al suono
                                            della mia voce si facea sereno.

                                            Com'era savio! Come savio e buono!
                                            A volte, quando era a dormir di giorno,
                                            entravo, udito un grido, un tonfo, un tuono...

                                            S'è desto? Nulla. Qualche mosca intorno
                                            ai vetri... Alzavo il velo della culla.
                                            Sul guancialino coi belli orli a giorno,


                                            ridea tra sé, guardando in alto, a nulla.

                                                             IV


                                            Oh! non a nulla! Egli rideva, io penso,
                                            con gli angioletti. Io ci sentii l'odore
                                            di gigli, a volte; o un vago odor d'incenso.


                                            Nella sua stanza essi venian nell'ore
                                            calde che i bimbi dormono. Alla gola
                                            uno lo vellicava con un fiore;


                                            e tutti attorno alla cunella sola
                                            facean i giochi, ed e' guardava attento,
                                            come lassù si canta e suona e vola:


                                            scoteano i loro cembali d'argento,
                                            battean sui loro tamburelli vani...
                                            Entravo, e via sparivano col vento:

                                            rideva esso, annaspando con le mani.


                                                             V

                                            Ma poi... piangeva. Mi si fece bianco
                                            e stento, e quando lo attaccavo al petto,
                                            succhiava un poco e poi pareva stanco.

                                            Non mi voleva. E quasi avea dispetto
                                            della sua mamma. Quante n'ho cantate,
                                            di ninnenanne, senza toccar letto!




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