Page 25 - Nuovi poemetti
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prendea con le due mani il pastorale,
e si levava su forse il pastore.
Forse veniva tra un sussurro d'ale
d'angeli per l'azzurro cielo, e un coro
d'anime nel silenzio siderale.
E passando cantavano, V'adoro
ogni momento... sopra gli alti monti.
Ed egli aveva la sua mitria d'oro.
Splendean le selve, risplendean le fonti,
al suo passaggio, d'un baglior fugace
che ancor passava su le bianche fronti
d'uomini e donne addormentati in pace.
XII
Per quella via... Ma quella era la via
dell'Universo, l'alta sui burroni
dell'Infinito ignota Galaxia:
e prima d'essa Cani Idre Leoni,
raggianti nelle tenebre celesti,
gelide: stelle, costellazïoni:
Soli: sciami di Soli, anzi, con mesti
pianeti ognuno, dove il fuoco primo
par che si spenga e che l'amor si desti;
dove marcisce il puro fuoco in limo
di vita, impuro, su cui vola forse
l'uomo con l'ali, o sguazza il fauno simo.
Le costellazïoni indi trascorse,
dalla fulgida Lira alla Carena,
dalla fulgida Croce alle grandi Orse;
ecco la fitta polvere, la rena
ogni cui grano è Mondo che sfavilla
nella sua solitudine serena;
dove pare un pulviscolo, una stilla,
il nostro cielo dalla volta immensa...
se pur là c'è la notte, una pupilla
nell'ombra, uno che veglia, uno che pensa!
XIII
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