Page 428 - La mirabile visione
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non sembreranno belle se non quando ci saremo assuefatti al
linguaggio mistico di Dante, linguaggio conforme a quello del
sacri libri, pieno d'idee e imagini che dai trivii talora metton l'ali e
s'inalzano ai cieli: quelle solenni parole: (Pur. 30, 142)
L'alto fato di Dio sarebbe rotto,
se Letè si passasse, e tal vivanda
fosse gustata senz'alcuno scotto
di pentimento che lagrime spanda.
Qual vivanda è nel passaggio d'un fiume? Ma questo passaggio
del Letè, combinato col dolce bere ad Eunoè, è tale che l'uomo
n'esce "rifatto", (Pur. 33, 143) come per quella santissima
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bevanda e vivanda, che è l'Eucaristia, detta appunto refectio .
E aggiungerò parole sulle nozze? In Dio sapientissimo la
sapienza è "per modo perfetto e vero, quasi per eterno
matrimonio". (Co. 3, 12) E matrimonio è dunque l'ascendere di
Dante filosofando all'Atene celestiale: filosofando, cioè amando
la sapienza la quale è Beatrice, possedendo Beatrice, con Beatrice
congiunto per sempre .
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XXXV.
439 Per es. vedi S. Bern. II 686 in fine.
440 Il lettore critico sogghignerà, e chiederà: "Come mai Virgilio ministro di
sacramenti cristiani? Questa è la più grossa di tutte!" Il lettore critico si degni
di capire; e per capire, ricordi che Virgilio è lo Studio, lo studio di Dante.
Dopo, vada a pag. 346 e rilegga il passo capitale di S. Agostino e si fermi alle
parole: ma lo intenderà, sed intelliget; e capirà anch'esso.
Per l'ordine sacro e il matrimonio, fusi in uno, per così dire, dal Poeta, giova
ricordare che sono i due sacramenti instituiti in favore della moltitudine.
(Summa, 3a 65 e 2).
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