Page 159 - La mirabile visione
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E il Poeta insegna alla Canzone, come scusarsi col dire che la
donna non era orgogliosa, ma pareva. Nel comento così narra e
ragiona: "Veramente l'ultimo Verso, che per Tornata è posto, per
la litterale sposizione assai leggermente qua si può ridurre, salvo
in tanto quanto dice che io lì chiamai questa donna fera e
disdegnosa. Dov'è da sapere che dal principio essa Filosofia parea
a me, quanto dalla parte del suo corpo (cioè sapienzia), fiera, che
non mi ridea, in quanto le sue persuasioni ancora non intendea; e
disdegnosa, che non mi volgea l'occhio, cioè, ch'io non potea
vedere le sue dimostrazioni. E di tutto questo il difetto era dal
mio lato: e per questo, e per quello che nella sentenzia litterale è
dato, è manifesta l'allegoria della Tornata". (Co. 3, 15)
Ora a noi parrà soverchio questo chiamar "fera e disdegnosa"
quella che, anagogicamente, è la Madonna. E più ci parrà, se
leggiamo la ballata che, verosimilmente, è riconosciuta per la
"sorella" della canzone. Leggiamo in vero: (Ca. 6, 9)
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Voi che sapete ragionar d'Amore,
udite la Ballata mia pietosa,
che parla d'una donna disdegnosa,
la qual mi ha tolto il cor per suo valore.
Tanto disdegna qualunque la mira,
che fa chinare gli occhi per paura;
che d'intorno da' suoi sempre si gira
d'ogni crudelitate una pintura.
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Par ch'ella dica: io non sarò umile
verso d'alcun, che negli occhi mi guardi
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
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