Page 104 - Minerva oscura
P. 104

che la Fede e l'Innocenza non si trovano più che nei parvoli in cui
           l'appetito non muove ancora guerra alla ragione e alla volontà; e
           quivi la medesima, ragionando della creazione degli angeli e del-
           l'universo, dichiara:

              Principio del cader fu il maledetto
                Superbir di colui, che tu vedesti
                                              66
                Da tutti i pesi del mondo costretto .

           In fine è l'Empireo e nell'Empireo è Dio uno e trino: per cui con-
           templare bisogna essere sciolti da ogni nube di mortalità e per
           questo bisogna rivolgersi a Maria

                                         67
              Umile ed alta più che creatura .

           Il disegno di Dante io già lo vedeva. I contorni della visione mi
           erano chiari.




                                       XXXVI.


              Del Poema di Dante io posso dunque ora dire di conoscere un
           punto che era poco o mal conosciuto: la costruzione morale. Il
           soggetto ne è l'Uomo, secondo che bene o mal meritando è espo-
           sto al premio o alla pena. Ma non può meritare bene o male se
           non chi libera ha la volontà; sì che il Poema può dirsi il drama
           della volontà umana e della divina giustizia. Questa è imperscru-
           tabile (Par. XIX), libera è quella (Par. V 19 e passim), sempre e a
           ogni modo. Nè gl'influssi celesti hanno tanto potere da annullare
           o menomare la libertà di questa e perciò la ragione di quella: la
           mente soggiace solo a Dio e in essa la volontà ha suo lume; tanto

           66   Par. XXIX 55 e segg.
           67   Par. XXXIII 2.


                                         104
   99   100   101   102   103   104   105   106   107   108   109