Page 100 - Minerva oscura
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XXXV.
Ascende l'uomo nella spera del Sole, dove sono i santi dottori,
quelli che amarono la verace manna (Par. XII 84), che ben s'im-
pinguarono (cfr. XI 139), che si nutrirono della vera vivanda, di
cui il gregge umano deve nutrirsi (cfr. XI 124); e che nel sole si
trovano, perchè, come lo Ministro maggior della Natura (X 28) fa
che avvengano le generazioni nelle cose inferiori, e senza esso sa-
rebbe morta nella terra quasi ogni potenza (X 18), così il Sol de-
gli angeli dà il solo nutrimento vitale all'anima e sempre la sazia
(cfr. X 50). Quanto diversi da questi dotti, nutriti di luce e di veri-
tà, quelli, laggiù laggiù, che sotto la pioggia eterna,
maledetta, fredda e greve urlano come cani! come opposto
quell'aer tenebro-so alla spera del sole! E laggiù Dante sente
parlare della risurre-zione della carne, come se quel cerchio dove
urlano tali che furo-no solo corpo, anzi carne da impinguare col
cibo, fosse opportuno luogo a parlarne:
Ciascun ritroverà la trista tomba,
Ripiglierà sua carne e sua figura,
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Udirà quel che in eterno rimbomba .
E quassù, tra i famelici di manna spirituale, tra quelli che furono
in certo modo solo anima, anzi intelletto da nutrire con la scienza
divina, sente parlare dello stesso mistero (Par. XIV): e come nel-
l'Inferno così nel Paradiso si solve lo stesso nodo, che, ripigliata
la carne, i beati avranno più gaudio e più dolore i dannati:
Tutto che questa gente maledetta
In vera perfezion giammai non vada,
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Di là, più che di qua, essere aspetta .
Così nell'Inferno; e nel Paradiso:
55 Inf. VI 97 e segg.
56 l. c. 109 e segg.
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