Page 67 - Lo strano caso del Dr.Jekyll e Mr.Hyde
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miei   studi   scientifici,   interamente   rivolti   al   mistico   e   al
            trascendentale, si ribellasse e gettasse una viva luce su questa
            coscienza della perenne lotta fra le mie componenti. Così, di
            giorno   in   giorno,   e   con   entrambe   le   facce,   morale   e
            intellettuale,   del   mio   essere   senziente,   sempre   più   mi
            avvicinavo   a   quella   verità,   la   cui   parziale   scoperta   mi   ha
            condannato a un così orribile naufragio: che l'uomo non è uno,
            in   verità,   ma   due.   Dico   due,   perché   lo   stadio   della   mia
            conoscenza non va oltre questo punto. Altri verranno, altri su
            questa stessa strada mi supereranno; e io arrischio l'ipotesi che
            l'uomo   verrà   infine   riconosciuto   non   altrimenti   che   come
            comunità dei più svariati, discordi e indipendenti membri. Io,
            da   parte   mia,   per   la   natura   della   mia   vita,   ho   progredito
            infallibilmente in una direzione, e in quella soltanto. Fu dal lato
            morale, e sulla mia stessa persona, che imparai a riconoscere la
            profonda e fondamentale dualità dell'uomo; mi accorsi che,
            delle due nature in lizza nel campo della mia coscienza, anche
            se potevo a buon diritto dire di essere l'una e l'altra, cosa che
            era dovuta soltanto al fatto di essere ambedue radicalmente; e
            fin dagli inizi, prima ancora che il corso delle mie scoperte
            scientifiche avesse cominciato a suggerirmi la più concreta
            possibilità   di   un   simile   miracolo,   avevo   imparato   a
            vagheggiare, con la predilezione di un sogno a occhi aperti,
            l'idea della separazione di quegli elementi. Se ciascuno di essi,
            mi dicevo, potesse solo essere collocato in identità separate, la
            vita sarebbe alleviata di tutto quanto ha d'insopportabile: il
            malvagio   se   ne   andrebbe   per   la   sua   strada,   liberato   dalle
            aspirazioni e dai rimorsi del gemello più virtuoso; e il giusto
            potrebbe   progredire   con   costanza   e   sicurezza   lungo   il   suo
            sentiero in salita, compiendo le buone cose in cui trova il suo
            piacere, e non più esposto all'ignominia e alla penitenza a causa
            di quel male che gli è estraneo. Era la maledizione del genere
            umano che simili incongrui sviluppi fossero tanto vincolati, che
            nel grembo tormentato della coscienza quei gemelli antitetici
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