Page 62 - Lo strano caso del Dr.Jekyll e Mr.Hyde
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c'era qualcosa di anormale e di contraffatto nell'essenza stessa
della creatura che mi stava di fronte - qualcosa che colpiva,
sorprendeva e ripugnava -, quell'ulteriore incongruenza non
pareva fare altro che adattarvisi e rafforzarla; cosicché al mio
interesse per la natura e il carattere dell'uomo veniva ad
aggiungersi una curiosità riguardo alla sua origine, alla sua
vita, alla sua condizione economica e alla sua posizione nel
mondo.
Queste osservazioni che hanno preso tanto spazio per essere
riferite, furono allora questione di pochi secondi. Una cupa
frenesia, in verità, teneva il mio visitatore sulle spine.
- Ce l'avete? - gridò -. Ce l'avete? -. E tanto viva era la sua
impazienza che mi posò perfino una mano sul braccio e cercò
di scuotermi.
Lo respinsi, avvertendo al suo contatto una sorta di gelida fitta
lungo le vene. - Suvvia, signore - dissi -, dimenticate che non
ho ancora il piacere di conoscervi. Accomodatevi, prego. Gli
diedi l'esempio sedendomi io stesso nella mia solita poltrona e
sforzandomi di adottare le solite maniere che ho nei confronti
di un paziente, almeno per quanto me lo concedevano l'ora
tarda, la natura delle mie preoccupazioni, e l'orrore che mi
ispirava il mio ospite.
- Vogliate perdonarmi, dottor Lanyon - rispose quello, con un
certo garbo -. Quello che dite è più che giusto; la mia
impazienza ha voltato le spalle alla buona educazione. Vengo
su richiesta del vostro collega, il dottor Henry Jekyll, per una
questione di una certa importanza; mi risultava... -. Si
interruppe e si portò una mano alla gola e mi avvidi che,
nonostante il controllo che esercitava su di sé, stava lottando
contro l'avvicinarsi di un attacco isterico. - Mi risultava che un
certo cassetto...
Ma a questo punto ebbi compassione dell'ansia del mio
visitatore, e un po' anche della mia crescente curiosità.
- Eccolo, signore - dissi indicando il cassetto, posato in terra