Page 17 - Lo strano caso del Dr.Jekyll e Mr.Hyde
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rauca -. E chi sarebbero?
- Jekyll, per esempio - disse l'avvocato.
- Lui non è stato di certo - esclamò il signor Hyde, con un
modo di stizza -. Non credevo che avreste mentito.
- Andiamo - disse il signor Utterson -, non è questo il modo di
parlare.
L'altro scoppiò in una feroce risata e, un attimo dopo, con
straordinaria prontezza aveva aperto la porta ed era sparito
all'interno della casa.
Per un po' dopo che Hyde lo aveva lasciato, l'avvocato restò lì
fermo:
il ritratto dell'inquietudine. Poi prese lentamente a risalire la
strada, fermandosi ogni qualche passo, e portandosi la mano
alla fronte come persona in preda alla perplessità. Il problema
che andava così vagliando mentre camminava, era tra quelli
che raramente si possono risolvere. Hyde era un nanerottolo
pallido, dava un'impressione di deformità senza che si
riscontrasse nessuna malformazione effettiva, aveva un sorriso
ripugnante, nei riguardi dell'avvocato si era comportato in
modo infame, passando proditoriamente dalla timidezza
all'impudenza, e parlava con voce roca, fioca e a tratti rotta:
tutto questo deponeva a suo sfavore, sennonché, anche a
considerarlo globalmente, non bastava a spiegare il disgusto, il
ribrezzo e la paura, fino ad allora mai provati, che egli incuteva
al signor Utterson. "Ci deve essere qualcos'altro", si diceva il
gentiluomo perplesso. "C'E' qualcosa di più; se solo mi
riuscisse di scoprirlo. Dio mi perdoni, ma quell'uomo ha ben
poco di umano. Ha qualcosa del troglodita, si direbbe, o magari
è la vecchia storia del dottor Fell? Oppure non è altro che
l'irradiarsi di un'anima malvagia che traspare e, così, trasfigura
l'involucro di argilla? Quest'ultima deve essere la versione
buona in quanto che, povero il mio vecchio Henry Jekyll, se
mai vidi l'impronta del demonio su una faccia, è stato proprio
su quella del vostro nuovo amico".