Page 21 - Lo strano caso del Dr.Jekyll e Mr.Hyde
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IL DOTTOR JEKYLL ERA ASSOLUTAMENTE
TRANQUILLO
Quindici giorni dopo, per un caso fortunato, il dottore dava uno
dei suoi graditi pranzi per cinque o sei dei suoi vecchi amici,
tutte persone intelligenti e rispettabili, oltre che intenditori in
fatto di buon vino e il signor Utterson fece in modo di restare
dopo che gli altri se ne erano andati. Il che non era insolito ma,
anzi, un fatto accaduto molte altre volte. Quando Utterson era
apprezzato, lo era molto. Agli ospiti piaceva trattenere il
laconico avvocato quando i frivoli e chiacchieroni si trovavano
già con un piede sulla soglia; amavano godere per un po' della
sua compagnia discreta, esercitandosi alla solitudine, placando
l'animo nel ricco silenzio dell'avvocato, dopo il dispendio e il
logorìo della festa. Il dottor Jekyll non faceva eccezione alla
regola; e ora che sedeva dal lato opposto del focolare - un
uomo sulla cinquantina grosso, ben fatto, e liscio in volto, con
un'ombra di furbizia forse, ma chiaramente dotato di
comprensione e di bontà -, si poteva vedere dal suo sguardo
che nutriva per Utterson un sincero e caldo affetto.
-Avevo intenzione di parlarvi, Jekyll - attaccò quest'ultimo .
Ricordate quel vostro testamento?
Un attento osservatore avrebbe potuto constatare che
l'argomento non era gradito, ma il dottore lo affrontò con
spirito. - Mio povero Utterson - disse, - non siete fortunato con
un cliente come me. Non ho mai visto uno tanto angosciato
quanto voi a causa del mio testamento; tranne forse quel gretto
pedante di Lanyon di fronte a quelle che chiamava le mie
eresie scientifiche. Oh, lo so che è un brav'uomo - non state ad
accigliarvi -, anzi eccellente, e mi dico sempre che dovrei
frequentarlo di più, ma rimane lo stesso un gretto pedante, un
pedante ignorante e molesto. Nessuno mi ha mai deluso tanto
come Lanyon.
-Voi sapete che non l'ho mai approvato - proseguì Utterson,