Page 82 - Jane Eyre
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VI.
Il giorno seguente incominciò nella stessa maniera
che il primo; ci levammo, ci vestimmo senza lume, ma
quella mattina fummo dispensate dal lavarci, perché
l'acqua era gelata nelle catinelle.
La sera avanti c'era stato un cambiamento di tempera-
tura, e il vento di nord-est, soffiando tutta la notte attra-
verso le fessure delle finestre, ci aveva fatto tremare nei
nostri letti e aveva gelato l'acqua.
Prima che l'ora e mezzo destinata alla preghiera e alla
lettura della Bibbia fosse trascorsa, io mi sentivo morire
di freddo. La colazione giunse in fine e la mia parte par-
vemi scarsa; ne avrei mangiato il doppio.
Quel giorno fui arruolata nella quarta classe e mi det-
tero da studiare. Fino a quel momento ero stata spettatri-
ce a Lowood; ora divenivo attrice.
Siccome ero poco assuefatta a imparare a mente, da
principio le lezioni mi parvero lunghe e difficili; il pas-
saggio continuo da uno studio a un altro m'imbrogliava;
così fui ben felice quando verso le tre del dopopranzo la
signorina Smith mi consegnò una striscia di mussolina,
lunga due metri, ditale e aghi, e mandandomi in un an-
golo mi ordinò di orlarla.
Quasi tutte cucivano in quell'ora, eccetto alcune alun-
ne che leggevano a voce alta attorno alla sedia della si-
gnorina Scatcherd.
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