Page 679 - Jane Eyre
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"Dovevamo esserci incontrati in ispirito, credo.
              "Voi certo, Jane, a quell'ora dormivate placidamente e
           forse la vostra anima lasciava l'involucro terrestre per
           consolare la mia, perché era certo la vostra voce, ne
           sono certissimo.
              Lettore, era pure nella notte di lunedì, vicino a mez-
           zanotte, quando io udii la misteriosa chiamata, e le paro-
           le udite dal signor Rochester erano appunto quelle che
           mi erano uscite dalle labbra.

              Ascoltai il racconto del signor Rochester, ma non gli
           narrai ciò che mi era successo.
              Quella coincidenza mi parve troppo inesplicabile per
           esser comunicata e discussa.
              Gli avrebbe inoltre fatta troppo impressione, e il suo
           spirito scosso da tanti dolori, non aveva bisogno di esser
           turbato da un racconto soprannaturale.
              Serbai quelle cose seppellite nel cuore e le meditai.
              — Non vi meraviglierete dunque, — continuò il mio
           padrone, — che ieri sera, quando siete comparsa all'im-
           provviso, vi abbia creduta una visione, una voce che si
           spegnesse, come poche notti prima il mormorio e l'eco
           della montagna. Ora so che non siete una visione e ne
           ringrazio Dio dal fondo dell'anima.
              Dopo avermi fatto alzare di sulle sue ginocchia, si riz-
           zò, e si coprì rispettosamente la fronte, e volgendo in
           terra gli occhi senza sguardo, rimase in muta contempla-
           zione.
              Non udii altro che queste ultime parole della sua pre-
           ce:


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