Page 682 - Jane Eyre
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— Farebbe meglio a non aspettar tanto, — disse il si-
           gnor Rochester quando gli lessi la lettera, — perché la
           luna di miele brillerà su tutta la nostra vita e i suoi raggi
           non impallidiranno che sulla vostra e sulla mia tomba.
              Non so come Saint-John accogliesse la notizia; non
           rispose mai alla lettera che gli scrissi. Sei mesi dopo
           ebbi una lettera sua; non nominava neppur il signor Ro-
           chester e non faceva nessuna allusione al mio matrimo-
           nio. La sua lettera era calma, anche amichevole, ma se-

           ria.
              Dopo quel tempo abbiamo continuato a scriverci re-
           golarmente, ma non spesso.
              Spera che io sia felice e che il Signore non voglia
           contarmi fra quelli che vivono senza Dio nel mondo, cu-
           randosi delle sole cose terrestri.
              Senza dubbio il lettore non ha dimenticato la piccola
           Adele. Io non l'ho dimenticata e andai subito a visitarla
           nella pensione dov'era. Fui commossa dell'accoglienza
           che mi fece. Mi parve magra e pallida e mi disse che
           non era felice. Il regolamento della pensione era troppo
           duro e gli studi troppo severi per una bimba di quell'età.
           La condussi meco e volli educarla io, ma mi accorsi pre-
           sto che era impossibile; un altro reclamava il mio tempo
           e le mie cure; mio marito aveva assoluto bisogno di me.
              Cercai un'altra pensione più adattata, in una città vici-
           na, per poterla condurre a casa spesso, ed ebbi cura che
           non mancasse di ciò che poteva contribuire al suo be-
           nessere. Ella si assuefece presto alla nuova pensione, fu
           contenta e fece rapidi progressi. Nel crescere, l'educa-


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