Page 661 - Jane Eyre
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— È tempo che qualcuno vi faccia riprendere aspetto
           umano, — dissi, rialzandogli i capelli lunghi e folti, —
           perché vedo che siete cambiato in leone o in qualche al-
           tra fiera. I vostri capelli mi rammentano le penne dell'a-
           quila, ma non so se vi siate lasciato crescer le unghie
           come artigli.
              — In fondo a questo braccio non c'è né mano, né un-
           ghie, — disse, cavando dal petto il braccio monco per
           farmelo vedere. — È un moncherino; che spettacolo or-

           ribile, non è vero, Jane?
              — Sì, fa pena a vederlo, e fanno pena i vostri occhi e
           la cicatrice della fronte. E il peggio si è che si corre ri-
           schio di amarvi troppo per questo, e di stimarvi più di
           quel che valete.
              — Credevo, Jane, che avreste provato ribrezzo ve-
           dendomi in questo stato.
              — Come! Non osate dirmelo, se no avrò cattiva opi-
           nione di voi. Ma ora lasciatemi andare perché possa fare
           un buon fuoco. Vedete la fiamma?
              — Sì, con l'occhio destro vedo un chiarore.
              — E vedete anche le candele?
              — Ognuna è per me come una nube luminosa.
              — Mi distinguete?
              — No, cara, ma sono infinitamente pago di udirvi e di
           sentirvi.
              — A che ora cenate?
              — Non ceno mai.
              — Ma stasera cenerete, perché ho fame, e sono sicura
           che a questo non avete pensato.


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