Page 658 - Jane Eyre
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mia vita continuava ad esser tetra, isolata e senza spe-
ranza. La mia anima era assetata, il mio cuore affamato!
Visione gentile, che stringo al petto, anche tu svanirai
come le altre; ma baciami prima di fuggire, Jane, ab-
bracciami.
— Sì, sì, ecco!
Posai le labbra sui suoi occhi, un tempo così brillanti
e ora senza luce; sollevai i suoi capelli, e lo baciai in
fronte.
Parve che a un tratto si destasse; la convinzione della
realtà gli era penetrata nel cuore.
— Siete voi, Jane? Siete tornata a me?
— Sì, sono io.
— Allora non siete morta in qualche fosso, nel fondo
di qualche torrente? Non siete avvilita in casa di estra-
nei?
— No, signore: sono indipendente ora.
— Indipendente! Che cosa volete dire, Jane?
— Mio zio di Madera è morto e mi ha lasciato cin-
quemila sterline.
— Ecco una cosa reale! Non avrei fatto mai un sogno
simile! — esclamò. — Eppoi questa è la sua voce, così
animata, così gaia, eppure così dolce! mi accarezza il
cuore e mi riconduce alla vita. Come, Jane, siete indi-
pendente, siete una donna ricca?
— Sì, signore, e se non volete che viva con voi, posso
farmi costruire una casa accanto alla vostra porta, e voi,
quando la sera avrete bisogno di compagnia, verrete nel
mio salotto.
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