Page 643 - Jane Eyre
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Ritta dietro uno di quei pilastri potevo contemplare
           tutta la facciata della casa; sporsi la testa cautamente per
           vedere se le imposte delle camere erano aperte; da quel
           luogo dovevo vedere la facciata dagli abbaini alla base.
              Lettore, permettetemi un paragone.
              Un amante trova la sua innamorata addormentata su
           un sedile di musco; vorrebbe contemplarla senza destar-
           la.
              Cammina pian piano sull'erba, per non far rumore; si

           ferma credendo ch'ella siasi mossa; fa un passo addietro;
           per nulla al mondo non vorrebbe esser veduto.
              Tutto è tranquillo; si avanza di nuovo, si curva su lei;
           un velo leggero ne copre i tratti; lo solleva e si abbassa;
           il suo occhio sta per contemplare una fiorente bellezza,
           adorabile nel sonno.
              Egli la contempla ardentemente, ma a un tratto rab-
           brividisce, stringe a sé violentemente quel corpo che
           poco prima non osava toccare, grida un nome, depone in
           terra il fardello e la guarda smarrito; e continua a chia-
           marla, a stringerla, perché teme di non poterla più desta-
           re. Credeva di trovare la sua amante addormentata e non
           ha trovato se non un cadavere!
              E io, che rivolgevo sguardi felici verso la bella casa,
           non scorsi che una rovina annerita dal fumo. Non c'era
           più bisogno che mi nascondessi per non esser veduta.
              Le aiuole, i prati, i campi erano calpestati e devastati;
           alla cinta mancavano i cancelli, la facciata tal quale l'a-
           vevo veduta in sogno: un muro alto, isolato, con i fori
           delle finestre, senza affissi, senza tetto, senza nulla.


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