Page 639 - Jane Eyre
P. 639

Egli prese una via che andava in direzione di Withe-
           cross, dove doveva trovar la carrozza.
              Mi rimanevano due ore prima della colazione e le im-
           piegai a passeggiare per la camera pensando all'avveni-
           mento che avevami fatto prendere quella subita risolu-
           zione.
              Mi rammentava la sensazione provata, perché ripen-
           sandoci mi pareva sempre più strana, e mi rammentavo
           la voce udita.

              Di nuovo chiedea di dove poteva essere partita, ma
           sempre invano.
              Dicevo a me stessa che poteva essere stata un'impres-
           sione nervosa, un'illusione, eppure non potevo crederlo;
           pareva piuttosto un'ispirazione.
              Quell'urto era avvenuto come il terremoto aveva aper-
           to la prigione di San Paolo, aveva aperto la porta dell'a-
           nima mia, avevala liberata dalle catene, strappata al son-
           no ed essa si era destata tremante e sbalordita.
              Allora tre volte il grido aveva risuonato ai miei orec-
           chi spaventati, nel mio cuore ansioso, nel mio spirito in-
           quieto, e quel grido non vi aveva prodotto né sorpresa
           né spavento, ma piuttosto lo aveva fatto esultar di gioia,
           come di una prova del privilegio che aveva di essere in-
           dipendente dal corpo.
              — Fra pochi giorni, — dissi fra me, — saprò qualco-
           sa di colui la cui voce mi ha chiamato la notte scorsa. Le
           lettere sono state inutili, tenterò le ricerche personali.
              A colazione annunciai a Diana e a Maria che partivo e
           che sarei rimasta assente almeno quattro giorni.


                                         641
   634   635   636   637   638   639   640   641   642   643   644