Page 637 - Jane Eyre
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Era triste, dolorosa, selvaggia, aerea e quasi suppli-
cante.
— Vengo! — esclamai. — Aspettatemi; vengo.
E corsi ad aprir la porta e guardai nel corridoio: era
vuoto. Aprii la porta del giardino: era deserto.
— Dove siete? — domandai.
L'eco ripetè debolmente: Dove siete?
Ascoltai.
Il vento stormiva dolcemente fra gli abeti; intorno a
me non vidi altro che solitudine.
— Vattene, superstizione! — esclamai vedendo
un'ombra nera dietro i cespugli del cancello. — Non è
questo uno dei tuoi inganni, non è un effetto della tua
potenza; è opera della natura. Essa si è destata e non ha
fatto miracoli, no; ma quanto stava in lei.
Mi allontanai da Saint-John, che mi aveva seguita e
voleva trattenermi.
Ora stava a me a prendere l'ascendente.
Le mie facoltà erano in giuoco ed ero piena di forze.
Gli proibii di rivolgermi domande e gli dissi che vole-
vo restar sola.
Cedè.
Quando l'energia s'impone, nulla le resiste.
Salii in camera, mi rinchiusi e inginocchiandomi pre-
gai a modo mio, modo ben diverso da quello di Saint-
John, ma efficace e puro.
Mi alzai dopo quell'azione di grazia, presi una risolu-
zione e mi coricai illuminata e decisa, attendendo con
impazienza che facesse giorno.
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