Page 566 - Jane Eyre
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La notte tranquilla e cupa era testimone della mia di-
           sperazione e udivo i singhiozzi della passione.
              Alle nove della mattina aprivo la scuola, e tranquilla e
           composta, mi preparavo ai doveri del giorno.
              Rosmunda Oliver tenne la promessa di visitare la
           scuola.
              Giungeva per il solito di mattina a cavallo, seguita da
           un servo; lasciava il suo pony alla porta ed entrava ve-
           stita di rosso, con istacco nero, bella più che mai, mera-

           vigliando con la sua grazia tutte le villanelle.
              Veniva generalmente all'ora in cui il signor Rivers fa-
           ceva il catechismo e credo che lo sguardo della giovane
           visitatrice trafiggesse il cuore al giovane pastore.
              L'istinto pareva avvertirlo dell'arrivo di lei; anche se
           non la vedeva arrossiva e i suoi tratti di marmo si altera-
           vano, benché egli si sforzasse di apparir calmo.
              Certo ella conosceva il potere che esercitava sul si-
           gnor Rivers, e questi non poteva nasconderglielo.
              A dispetto del suo stoicismo cristiano, quando la ra-
           gazza gli rivolgeva la parola e gli sorrideva, egli trema-
           va e gli occhi mandavano fiamme, e se le labbra resta-
           vano mute, lo sguardo pareva che le dicesse: "Vi amo e
           so che voi avete una preferenza per me. Se taccio, non è
           perché dubiti che l'offerta del mio cuore sia benaccetta,
           ma perché questo cuore è già disposto su un altare sa-
           cro, le fiamme del sacrifizio lo circondano, e ben presto
           il sacrificio sarà compiuto."
              Allora ella metteva il broncio come una bimba cui sia
           negato un balocco; una nube scura offuscava la sua rag-


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