Page 560 - Jane Eyre
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Le lunghe palpebre, terminate da folte ciglia, incorni-
ciavano il suo bell'occhio, cui aggiungevano fascino le
sopracciglia ben disegnate.
La fronte bianca e liscia rivelava la calma e poneva in
rilievo l'incarnato delle guancie ovali, il colorito delle
labbra fresche e delicate.
Ella aveva inoltre denti bianchissimi e folti capelli.
Ero meravigliata fissando quella bellezza ideale e
l'ammiravo di tutto cuore.
La natura avevala formata con cura speciale, ed era
stata per lei madre vera e non matrigna.
Che cosa pensava Saint-John di quell'angiolo terre-
stre?
Naturalmente rivolsi a me stessa questa domanda e
cercavo la risposta nel contegno di lui.
Egli aveva distolto gli occhi dal pero e fissava un
umile ciuffo di margherite, che crescevano accanto alla
porta.
— È una bella serata, ma è un po' tardi per esser fuori
sola — disse, calpestando le nivee corolle dei fiori chiu-
si.
— Oh! — rispose ella, — vengo ora da S... (e nominò
una città distante venti miglia). Mio padre mi ha detto
che avevate aperto una scuola, e che la nuova maestra
era giunta. Allora, dopo il tè, mi sono vestita e sono sce-
sa nella valle per vederla. Eccola! — domandò accen-
nandomi.
— Sì, è lei, — rispose Saint-John.
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