Page 558 - Jane Eyre
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"A un tratto una voce che partiva dal cielo, mi ordinò
           di riunire le forze, di stender l'ale e di volare al di là dei
           campi che vedevo.
              "Iddio doveva confidarmi una missione e per com-
           pierla occorreva forza, eloquenza, coraggio, tutte le qua-
           lità dell'uomo politico, dell'oratore e del soldato, perché
           tutto ciò è necessario al missionario.
              "Risolsi dunque di farmi missionario. Da quel mo-
           mento cambiò il mio spirito, tutte le facoltà furono libe-

           re da ogni catena e quelle catene non lasciarono altra
           traccia che l'infiammazione, che tiene dietro a ogni feri-
           ta; il tempo solo la guarirà.
              "Mio padre si opponeva a questa determinazione, ma
           la sua morte ha tolto ogni ostacolo.
              "Quando gli affari saranno sistemati, e quando avrò
           trovato un successore per Morton, e avrò vinto ancora
           alcune lotte con i sentimenti umani violentemente spez-
           zati e contro la debolezza – lotte dalle quali uscirò vitto-
           rioso, perché me lo sono giurato – allora lascerò l'Euro-
           pa per l'Oriente.
              Egli parlava con voce enfatica, benché calma. Quan-
           do ebbe cessato non guardò me, ma il sole al tramonto,
           sul quale gli occhi miei erano pure fissi.
              Tutt'e due volgevamo le spalle al viottolo che condu-
           ceva ai prati.
              Non avevamo udito alcun rumore di passi sull'erba; il
           mormorio dell'acqua nella valle era il solo rumore che
           noi distinguemmo; così ci scotemmo quando una voce
           gaia e dolce come un campanellino esclamò:


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