Page 554 - Jane Eyre
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una rete di seta, addormentarsi sui fiori, per destarsi in
           un paese meridionale, fra il lusso e i piaceri di una villa;
           vivere in Francia, come amante del signor Rochester, la-
           sciarsi inebriare del suo amore, perché mi avrebbe ama-
           to, e nessuno mi amerà mai come lui, e non conoscerò
           più mai i dolci omaggi resi alla bellezza, alla grazia e
           alla gioventù, perché nessuno mi vedrà mai, come lui,
           vestita di quelle attrattive, e nessuno sarà al pari di lui
           orgoglioso di me.

              Ma che dico? Perché lascio vagare la mente, perché
           mi abbandono al sentimento? Che cosa era meglio, do-
           mando: vivere schiava in un paradiso d'amore, trascinata
           un momento nel vortice di una felicità, e soffocata dopo
           subito dalle lagrime amare del rimorso e della vergogna,
           o esser maestra libera e onorata in un villaggio, fra le
           montagne dell'Inghilterra?
              Sì, sentivo ora che aveva avuto ragione di attaccarmi
           ai principii e alle leggi e di disprezzare i consigli di un
           esaltamento momentaneo. Dio mi aveva diretto nella
           scelta e ringraziavo la sua provvidenza, che mi era ser-
           vita di guida.
              Essendo giunta a questa conclusione, mi alzai e mi di-
           ressi verso la porta, che guardava a ponente e sui campi
           davanti alla casetta, che al pari della scuola, era distante
           mezzo miglio dal villaggio. Gli uccelli cantavano l'ulti-
           ma canzone.
              L'aria era dolce e olezzante la rugiada.
              Mentre guardavo quel paesaggio e mi credevo felice,
           fui sorpresa di sentirmi il volto inondato di lagrime. Per-


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