Page 559 - Jane Eyre
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— Buona sera, signor Rivers, buona sera, Carlo! Il
vostro cane è più sollecito di voi nel riconoscere gli
amici. Puntava gli orecchi e agitava la coda quando ero
ancora in fondo ai prati, e voi mi voltate tuttora le spal-
le.
Era vero.
Infatti il signor Rivers si scosse non appena ebbe udi-
to il suono armonioso di quella voce come se il rumore
di un tuono avesse squarciato una nube sul suo capo.
La nuova arrivata aveva terminato di parlare, senza
che egli avesse pensato a muoversi; era sempre ritto,
con la testa appoggiata alla porta e il viso rivolto a occi-
dente.
Alfine si volse lentamente; mi parve che una visione
gli fosse apparsa accanto.
A tre passi da lui stava una forma bianca, graziosa,
giovanile, dai contorni delicati, curva accarezzando Car-
lo.
Ella alzò la testa, gettò indietro il lungo velo bianco, e
vidi un volto di una bellezza perfetta.
Bellezza perfetta significa troppo, ma io non ne fo il
ritratto, perché era giustificata dai tratti più armoniosi
che abbia mai prodotti il clima temperato d'Albione,
dalla carnagione pura come gigli e rose, che abbia fiori-
to fra i vapori del nostro suolo.
Quella fanciulla non aveva difetti e non le mancava
nessuna attrattiva.
Ella aveva tratti regolari e delicati, occhi grandi, scuri
e velati, come si vedono nei più bei quadri.
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