Page 499 - Jane Eyre
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Vedendo una persona decentemente vestita, mi prese
           per una signora e mi venne cortesemente incontro, do-
           mandandomi in che cosa poteva servirmi.
              Fui presa dalla vergogna e la lingua non riusciva a
           pronunziare la domanda che avevo preparato.
              Non mi attentavo a offrire i guanti usati, né il fazzo-
           letto sgualcito. Capivo che era assurdo.
              Allora la pregai di farmi sedere un momento perché
           ero stanca.

              Delusa nella sua speranza di bottegaia, ella mi con-
           cesse freddamente quanto le chiedevo e mi indicò una
           sedia, sulla quale mi lasciai cader subito.
              Aveva voglia di piangere, ma accorgendomi quanto
           sarebbe stato inopportuno quello sfogo, mi dominai.
              Le domandai presto se nel villaggio vi era nessuna
           sarta o lavoratrice di biancheria.
              — Sì, — mi rispose, — due o tre. Quasi troppe per il
           lavoro che c'è.
              Riflettei.
              Mi trovavo in un momento terribile; ero alle prese
           con la necessità; ero nella posizione di chi è senza risor-
           sa alcuna, senza amici, senza denaro. Bisognava far
           qualcosa, ma che? Dovevo rivolgermi a qualcuno, ma a
           chi?
              Domandai alla fornaia se conosceva nel villaggio nes-
           suno che avesse bisogno di una donna di servizio. Mi ri-
           spose che non sapeva nulla.
              — Quale è l'industria principale nel paese, — ripresi,
           — che cosa fanno in genere?


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