Page 481 - Jane Eyre
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— E ora pure? — soggiunse baciandomi dolcemente
sul collo e sul volto.
— Sì, signore! — esclamai svincolandomi rapida-
mente dalla sua stretta.
— Oh! Jane, che crudeltà, che cattiveria; che cosa c'è
di male nell'amarsi?
— Farei male se vi ascoltassi.
Uno sguardo selvaggio sollevò i suoi sopraccigli e gli
contrasse i lineamenti; si alzò, ma si contenne.
Appoggiai la mano sulla spalliera della sedia per so-
stenermi; tremavo, avevo paura, ero risoluta.
— Un momento, Jane. Quando sarete partita, gettate
uno sguardo sulla mia triste esistenza. Con voi se ne an-
drà ogni felicità.
"Che cosa mi resta? Non ho altro che una moglie paz-
za, che non val più di un cadavere del cimitero.
"Che cosa farò, Jane? Dove troverò una compagna?
Dove cercherò la speranza?
— Fate quel che volete; abbiate fiducia in Dio e in
voi stesso. Credete nel cielo e sperate che là saremo riu-
niti.
— Dunque non volete cedere?
— No.
— Dunque mi condannate a vivere misero e a morire
disperato? — disse, alzando la voce.
— Vi consiglio di vivere puro e vi auguro di morire
tranquillo.
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