Page 260 - Jane Eyre
P. 260

— Come vorrei essere il Rizzio di una Maria così di-
           vina!
              — Non m'importa nulla di Rizzio! — esclamò scrol-
           lando gli abbondanti ricci bruni e accostandosi al piano-
           forte. — Secondo me, il menestrello David era un imbe-
           cille e preferiva il nero Bothwell; mi pare che un uomo
           debba avere in sé qualcosa di diabolico, e nonostante
           tutto ciò che si racconta su James Hepburn, ritengo che
           quel bandito doveva essere uno di quegli eroi fieri e sel-

           vaggi, che mi sarebbe piaciuto di prender per marito.
              — Signori, l'avete udita? Ebbene, chi è fra voi che so-
           miglia più a Bothwell? — domandò il signor Rochester.
              — Su voi dovrebbe cader la nostra scelta, — rispose
           il colonnello Dent.
              — Sul mio onore, vi sono grato, — fu la risposta.
              La signorina Ingram si era seduta al pianoforte con
           grazia altera.
              Dopo aver regalmente allargato il suo vestito bianco,
           eseguì un brillante preludio, senza cessar però di parla-
           re.
              Quella sera era inebriata e con le parole e con gli atti
           pareva che volesse eccitare non solo l'ammirazione, ma
           anche la meraviglia; voleva colpire con il suo splendore.
              A me apparve molto ardita.
              — Oh! — riprese continuando a scorrer le dita sulla
           tastiera, — sono noiata dei giovani dei giorni nostri, po-
           vere e misere creature che avrebbero paura a varcare il
           cancello del parco del padre loro, e anche di accostarvisi
           senza il permesso della mamma; che non pensano altro


                                         262
   255   256   257   258   259   260   261   262   263   264   265