Page 86 - Oriana Fallaci - Solo io posso scrivere la mia storia
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parola inconcepibile per Alekos. Il tono della voce era così, così preoccupante, così
straziante che io dissi va bene, vengo subito, basta. Dovevo vederlo il 5 maggio,
[…] e invece riempii una valigia alla svelta e corsi all’aeroporto. Arrivai che era
già morto. Lo ammazzarono mentre io volavo. […]
La mamma stava molto male e allora sono andata dalla mamma per dirle: «Sai
mamma, devo andare da Alekos perché Alekos non sta bene» e proprio mentre
dicevo devo andare da Alekos perché Alekos non sta bene… lei non stava molto
male quel giorno, era seduta in poltrona. Ma come riparti, lei mi disse, sei arrivata e
riparti, e squillò il telefono e… Il primo fu l’avvocato […], chissà perché, poi
l’Ansa, l’Ansa disse: «Sa, ha avuto un incidente…». Perché all’avvocato […] non ci
credetti, dissi: «Ma no, non scherziamo, ci ho parlato ieri sera sarà morto suo
fratello, no no no no, si sbaglia» e rifiutai la cosa. Poi ancora il telefono, «No no si
sbaglia, è un’altra persona» dissi io, «no, no, macché…», cioè sapevo che era vero
ma non volevo ammetterlo e subito ho chiamato l’Ansa. Ho detto: «Sono Oriana
Fallaci, è vero?». C’è stato un lungo silenzio. È una donna [al telefono, N.d.R.].
Dice: «Bè, so che ha avuto un incidente», ma va chiaramente a consigliarsi con
qualcuno più aggiornato. Ho messo giù il telefono, avevo ancora la valigia, l’avevo
messa in corridoio. Ha squillato il telefono di nuovo, era il suo migliore amico e ho
detto: «Lo so, sto arrivando». Ho chiamato il taxi, l’avevo appena mandato via,
volevo partire con l’aereo della sera. Ho chiamato il taxi e col taxi sono andata a
Roma. 15