Page 67 - Oriana Fallaci - Solo io posso scrivere la mia storia
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Messico














          Al Messico una pallottola mi colpì alla gamba e se piove zoppico visibilmente.                40


          Essere  ferita,  e  anche  abbastanza  gravemente  come  lo  fui  io,  è  un  incidente  del
          mestiere. È ovvio che se un giornalista va a una guerra o alle insurrezioni, il minimo

          che gli possa succedere è essere sparato. Non è importante che io sia stata ferita. È
          importante che io sia stata testimone di ciò che avvenne e così da vicino. Io mi trovai
          esattamente nell’occhio del ciclone.       41


          C’era  questa  piazza  che  chiamano  Piazza  delle  Tre  Culture  perché  riunisce
          simbolicamente le tre culture del Messico, la azteca con le rovine di una piramide
          azteca,  la  spagnola  con  una  chiesa  del  Cinquecento,  la  moderna  con  i  grattacieli

          moderni.  Una immensa piazza con molte vie d’accesso e molte vie di fuga: non a
          caso gli studenti la sceglievano pei comizi contro Erode. Gli studenti, gli operai, i
          maestri di scuola, insomma chiunque avesse il coraggio di protestare contro Erode
          che  al  Messico  si  chiama  Partito  Rivoluzionario  Istituzionale  e  dice  d’esser
          socialista ma non si capisce che genere di socialismo dal momento che i poveri al
          Messico  sono  fra  i  poveri  più  poveri  del  mondo,  nelle  campagne  guadagnano

          ottocento lire la settimana, e se rumoreggiano la polizia li zittisce a colpi di mitra.
          Gli studenti protestavano anche per quello. E poi perché non volevano che i soldati
          occupassero  le  loro  università  bivaccando  nelle  loro  aule,  rompendo  i  loro
          strumenti. E poi perché non volevano le Olimpiadi al Messico.              42


          «No  se  preocupe.  No  pasa  nada»,  «non  succede  niente»,  mi  aveva  dichiarato  a

          mezzogiorno  l’alto  funzionario  governativo  che  ero  andata  a  intervistare  per
          chiedergli se fosse vero che nel pomeriggio la manifestazione in  Plaza  Tlatelolco
          sarebbe stata fermata con la forza. Invece a quell’ora i carri armati erano già all’erta.
          E  con  loro  il  famigerato  Battalion  Olimpia.  Lo  sapevano,  lo  sapevamo  tutti.  Lo
          sapevamo così bene che, quando uscii dall’albergo Regina Isabel e dissi agli altri
          inviati speciali «venite anche voi», essi mi risposero: «No davvero. Vacci tu ché poi

          ci racconti».  43
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