Page 71 - Oriana Fallaci - Solo io posso scrivere la mia storia
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Ritorno nello spazio














          Sono  una  rompiballe,  lo  so.  Sai  che  dicevano  gli  astronauti  americani?  Un  modo
          sicuro di tornare dalla Luna è quello di portare con noi l’Oriana.           50


          A Houston, quella sera, non si vedeva la Luna. Era coperta da nubi fitte, nuovamente

          gonfie  di  pioggia.  E  in  quel  cielo  senza  Luna,  nuovamente  gonfio  di  pioggia,
          arrivarono le otto e mezzo che divennero presto le nove: alle otto e mezzo Armstrong
          e Aldrin  non  erano  ancora  pronti  ad  uscire.  Le  nove  divennero  presto  le  nove  e
          mezzo: neanche alle nove erano ancora pronti ad uscire. Alle nove e mezzo il Centro
          Controllo annunciò  che  erano  pronti  e  mancava  circa  un  quarto  d’ora  all’apertura
          dello sportello. Allora nell’auditorium ci mettemmo a fissare l’enorme schermo dove
          si avvicendavano, allineate, le informazioni dei cervelli elettronici.



          Cape Kennedy, ore 4.30
               Il razzo, da qui, si vede benissimo, ce l’ho proprio davanti,  Dio com’è bello!
          Uno degli spettacoli più belli che abbia mai visto perché l’hanno illuminato con una
          trentina  di  riflettori,  allo  stesso  modo  in  cui  noi  in  Europa illuminiamo  i
          monumenti… È anche lui un monumento. Un monumento alto come un grattacielo di

          trentasei piani, tutto in metallo, ma il metallo non si vede: si vede solo la luce. È
          come  un  unico  fascio  di  luce,  un  immenso  gioiello  che  brilla  nel  buio,  lanciando
          bagliori,  e…  è  commovente.  Sì,  credo  che  commovente  sia  la  parola  giusta.
          Commovente come una stella. Verso le due del mattino, quando sono arrivata, m’ha
          preso come un nodo alla gola. Visto da lontano sembrava proprio una stella caduta
          sulla Terra: è difficile restare freddi dinanzi a cose del genere. Come sarà difficile
          restare freddi al momento in cui il razzo partirà. […] Ora l’emozione prende anche

          me.  È  da  quando  l’uomo  apparve  sulla  Terra  e  alzò  gli  occhi  al  cielo  e  vide  il
          pianeta che chiamiamo Luna, è da allora che l’uomo sogna di andarci… E fra poche
          ore ci va. Con tutti i suoi difetti, le sue colpe… […] Gli uomini sono così: inventano
          la bomba atomica, uccidono con essa centinaia di migliaia di creature, e poi vanno
          sulla Luna. Né angeli né bestie ma angeli e bestie. Io non me ne dimentico neppure

          quando mi lascio commuovere dall’immensa stella che chiamiamo razzo Saturno. E
          penso che in questo momento centinaia di creature stanno morendo in Vietnam, e che,
          nel momento in cui il razzo si staccherà dalla Terra e tutti grideranno al miracolo,
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