Page 24 - Oriana Fallaci - Solo io posso scrivere la mia storia
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Una rompiscatole al liceo














          Dopo  esser  stata  rincretinita  dalla  scuola  fascista  che  è  il  primo  nemico  della
          cultura, m’ero svegliata con la Resistenza: cioè col più grosso fatto culturale della
          nostra storia dopo il Risorgimento. […]
               In quel nobile periodo, tuttavia, non avevo letto nulla fuorché i manifestini che
          attaccavo sui muri e il «Non Mollare» affidatomi dai compagni. E, quando Firenze fu

          liberata, bevvi con arsura al calice che m’era stato proibito.         20


          Studiai  all’Istituto  magistrale  fino  al  giorno  in  cui  passai  al  ginnasio,  facendo  un
          salto di due anni. Il ginnasio era il Galileo Galilei. Di qui passai al liceo Galileo
          Galilei: liceo classico.   21



          Il mio liceo era a quel tempo noto per la severità degli insegnanti, e l’anno era il
          1945.  Io ero una ragazzina un po’ particolare, psicologicamente isolata dagli altri
          studenti perché, avendo saltato la quinta elementare e la quinta ginnasio, giungevo
          agli esami con due anni di anticipo e poi perché la mia formazione etico-culturale
          non corrispondeva alla loro.  Grazie a mio padre, membro del C.L.N.  clandestino  e
          partigiano delle Brigate Rosselli, avevo partecipato alla Resistenza come un’adulta,

          nel  1945  ero  stata  congedata  dal  Corpo  Volontari  della  Libertà  (aggregato
          all’esercito italiano) col grado di soldato semplice, ed ora appartenevo al  Partito
          d’Azione dove incontravo uomini straordinari: Piero Calamandrei, Ferruccio Parri,
          Leo Valiani, Emilio Lussu, Arnaldo Foà.         22


          Impaziente,  avida.  Posavo  Erodoto  che  mi  si  imponeva  a  scuola  e  agguantavo  gli

          scritti politici di Carlo Rosselli, le opere di Antonio Gramsci, il Manifesto di Marx,
          i libri di Salvemini. Smettevo di tormentarmi sulle equazioni algebriche e mi beavo
          in romanzi la cui esistenza avevo fino allora ignorato. Con la liquidazione di soldato
          semplice  nel  Corpo  Volontari  della  Libertà,  14.524  lire,  mi  comprai  un  paio  di
          scarpe  di  cui  avevo  disperato  bisogno  e  poi  libri.  Lo  zio  Bruno  voleva  che
          conoscessi la letteratura americana e nella lista che aveva compilato per me c’era

          Moby  Dick,  La  lettera  scarlatta  di  Hawthorne, Foglie  d’erba  di  Whitman,
          l’Antologia  di  Spoon  River.  Li  presi  insieme  a  Faulkner,  Hemingway,  la  Woolf,
          Gide, e anche Gogol’, anche Gork’ij.        23
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