Page 113 - Oriana Fallaci - Solo io posso scrivere la mia storia
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interpretazioni, quindi contraddizioni implicite. Forse perché, più che un concetto, la
libertà è un sentimento e razionalizzare un sentimento è impossibile. O forse
semplicemente perché la paura di cadere nella trappola della retorica quindi della
menzogna ci frena, pensa alla libertà cui ci si riferisce con maggior frequenza cioè la
libertà politica, la libertà intesa come diritto e dovere del cittadino. Ho visto libertà
ferite, anzi assassinate, in nome di quella libertà. Ho visto apostoli della libertà
trasformarsi in carnefici della libertà, in nome di quella libertà. Ho visto
promuovere e fare guerre ingiuste, rivoluzioni false, in nome di quella libertà. Ho
visto compiere crimini orrendi e massacri mostruosi in nome di quella libertà, al
grido di viva-la-libertà, patria-e-libertà, indipendenza-e-libertà, uguaglianza-e-
libertà, giustizia-e-libertà. Del resto la Storia ci insegna che ovunque, in ogni tempo
e sotto ogni bandiera, coloro che si battono contro i tiranni possono diventare a loro
volta tiranni. I peggiori tiranni.
Oppure pensa alla libertà individuale cioè alla libertà che cerchi nei rapporti
personali, nella vita privata. Nei suoi Pensieri Lacordaire definisce questa libertà
«il diritto di fare ciò che non danneggia gli altri». Ed è giusto. Però resta il fatto che
l’esercizio della propria libertà finisce sempre o quasi sempre col danneggiare o
turbare o limitare la libertà degli altri. Se fumo una sigaretta dinanzi a te che non ne
sopporti nemmeno l’odore, esercito la mia libertà ma danneggio o turbo o limito la
tua; se mi proibisci o mi chiedi di non fumare quella sigaretta, danneggi o turbi o
limiti la mia. Se stando a letto con te tengo accesa una lampada che non ti lascia
dormire, esercito una mia libertà ma danneggio o turbo o limito la tua; se spengi
quella lampada, eserciti una tua libertà ma danneggi o turbi o limiti la mia. E il
discorso non cambia se mi impedisco di fumare o di tenere quella lampada accesa
perché voglio compiacerti, perché ti amo. Semmai dimostra che niente come l’amore
incatena la libertà individuale: sia esso l’amore materno, o l’amore filiale, o l’amore
per un uomo, una donna, un cane. Ama davvero qualcuno e vedrai che la tua libertà si
blocca più di una nave ancorata. L’amore è un suicidio della propria libertà. È la
prova più inconfutabile che la libertà vera, la libertà pura, non esiste. E come
potrebbe visto che non abbiamo neanche la libertà di scegliere se vogliamo o non
vogliamo nascere, visto che ogni nostra scelta dipende da quella scelta cioè una
scelta che qualcun altro ha fatto per noi?
La libertà vera, la libertà pura, esiste soltanto nel sogno. La libertà è un sogno.
Per rincorrere quel sogno, catturarne almeno l’ombra, materializzarne almeno il
riflesso, ci si batte e ci si strazia e si muore. Però guai a non rincorrerlo, guai a
stancarsene, a rinunciarvi pensando che è vano inseguire ciò che non esiste. Senza
questo sogno perfino l’intelligenza si estingue, e la capacità di creare, di distinguere
il buono dal cattivo, il bello dal brutto. E la parola dignità perde ogni significato, la
vita si riduce a un processo fisico logico e affine a sé stesso: mangiare bere dormire
procreare morire. Si nasce schiavi, d’accordo. Ma non so immaginare nulla di più
stupido, di più squallido, di più tragico d’uno schiavo che si rassegna ad essere
schiavo perché nacque schiavo. 31