Page 99 - Oriana Fallaci - Le radici dell'odio. La mia verità sull'Islam
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Ma per avere i soldi dai ricchi non bisogna spaventarli con sospetti di
          comunismo: Al Fatah nacque quindi con le premesse di non averci nulla a

          che fare e lui poté presentarsi agli amici petrolieri per battere cassa. Dei
          vietcong, inoltre, imitò il sistema di tassazione: ogni palestinese fornito di
          denaro  avrebbe  versato  ogni  mese  una  sostanziosissima  cifra.  E  se  le
          ideologie di Al Fatah risultarono vaghe, il portafoglio risultò subito pieno.
          «Eh  sì,  un’impresa  di cile.  Dovetti  abbandonare  il  mio  mestiere  per

          dedicarmi solo ad Al Fatah. Se mi dispiacque? Certo. Ero abituato agli agi,
          rinunciai  a  tutto.  Oggi  è  Al  Fatah  che  provvede  alla  mia  famiglia,  è  Al
          Fatah che mi compra ogni tanto un paio di scarpe o una camicia.»

             La sua famiglia è composta dalla moglie e due bambini. Della moglie
          parla  con  tenerezza:  «No,  non  partecipa  alla  lotta.  O  solo  di  ri esso,
          emotivamente  direi».  Dei  bambini  parla  con  orgoglio  mostrando  la
          fotogra a di due bei marmocchi vestiti con ricercatezza, uno di sei e uno
          di nove anni. «Non li trova splendidi? Splendidi.» Poi aggiunge che li vede

          assai poco, è sempre in giro nelle basi fidayn, o in altri paesi: se ha un’ora
          di tempo la impiega per studiare le teorie sioniste o per rileggersi Adam
          Smith  e  Karl  Marx.  Entrambi  non  lo  convincono  e  li  confuta  senza

          retorica,  magari  con  un  certo  cinismo.  V’è  in  lui  il  seducente  cinismo
          dell’idealista  senza  illusioni.  Durante  il  primo  incontro  gli  chiesi:  «Abu
          Lotuf,  perché  porta  quel  bastone?».  Rispose:  «Perché  è  bello.  Perché  me
          l’ha regalato un amico. Indiano. E perché dentro c’è questo». S lò il pomo
          e apparve un lungo stiletto. «Abu Lotuf, va alla guerra con lo stiletto?»

          «No, questo è per gli amici. Pei nemici ho qualcos’altro.» Mise mano alla
          tasca e mi mostrò un rivoltellone cinese. II nostro primo incontro durò tre
          ore, il secondo un’ora e mezzo.

             L’intervista che segue è quindi il condensato di una seduta in due tempi.
          Contiene  tutto  ciò  che  è  necessario  sapere  sul  dramma  che  brucia  il
          Mediterraneo, resta il documento più prezioso che abbia raccolto in quei
          giorni difficili.


             ORIANA  FALLACI. Abu  Lotuf,  la  tragedia  incombe  sui  rapporti  dei   dayn
          con re Hussein. La Giordania è il paese che ospita quasi tutte le vostre basi
          ma  qui  voi  avete  instaurato,  ammettiamolo,  uno  Stato  dentro  lo  Stato.  Dove

          intendete arrivare?

             ABU LOTUF. A liberare la Palestina tenendo le nostre basi in Giordania.
          Punto e basta.
             Hussein  è  un  re  arabo  e  non  può  non  essere  con  noi  perché  i  suoi

          interessi coincidono coi nostri: la riva sinistra del  ume Giordano, che fa
          parte  del  suo  paese,  come  egli  dice,  è  occupata  da  Israele.  Inoltre,  se
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