Page 90 - Oriana Fallaci - Le radici dell'odio. La mia verità sull'Islam
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Ogni  rivoluzione  ha  i  suoi  problemi  privati.  Anche  nella  rivoluzione
          algerina  c’era  più  di  un  movimento  e,  ch’io  sappia,  anche  in  Europa

          durante  la  resistenza  ai  nazisti.  Nello  stesso  Vietnam  esistono  più
          movimenti, i vietcong non sono che la stragrande maggioranza come noi
          di  Al  Fatah.  Ma  noi  di  Al  Fatah  raccogliamo  il  97  per  cento  dei
          combattenti e siamo quelli che conducono la lotta all’interno del territorio
          occupato.

             Non a caso, quando decise la distruzione del villaggio di El Heul, e minò
          duecentodiciotto  case  a  scopo  punitivo,  Moshe  Dayan  disse:  «Bisogna
          chiarire chi controlla questo villaggio, se noi o Al Fatah». Citò Al Fatah,

          non  il  Fronte  Popolare.  Il  Fronte  Popolare…  Nel  febbraio  del  1969  il
          Fronte  Popolare  si  è  scisso  in  cinque  parti  e  quattro  di  esse  sono  già
          entrate a far parte di Al Fatah: lentamente, quindi, ci stiamo unendo. E se
          George Habash, il capo del Fronte Popolare, non è oggi con noi, si unirà
          presto  a  noi.  Glielo  abbiamo  già  chiesto:  in  fondo  non  c’è  di erenza  di

          obiettivi tra noi e il Fronte Popolare.

             Il Fronte Popolare è comunista. Voi dite di non esserlo per costituzione.


             Tra noi vi sono combattenti di tutte le idee: li avrà incontrati. Quindi
          tra  noi  c’è  posto  anche  per  il  Fronte  Popolare.  Dal  Fronte  Popolare  ci
          distinguono  solo  alcuni  sistemi  di  lotta.  Infatti  noi  di  Al  Fatah  non
          abbiamo  mai  dirottato  un  aereo  e  non  abbiamo  mai  fatto  esplodere

          bombe o causato sparatorie in altri paesi. Preferiamo condurre una lotta
          puramente  militare.  Ciò  non  signi ca,  tuttavia,  che  al  sistema  dei
          sabotaggi  non  si  ricorra  anche  noi:  dentro  la  Palestina  che  lei  chiama

          Israele.  Ad  esempio  siamo  quasi  sempre  noi  che  facciamo  scoppiare  le
          bombe a Tel Aviv, a Gerusalemme, a Eilat.

             Ciò coinvolge i civili, però. Non è una lotta puramente militare.


             Lo è! Perché, civili o militari, sono tutti ugualmente colpevoli di voler
          distruggere  il  nostro  popolo.  Sedicimila  palestinesi  sono  stati  arrestati
          perché  aiutavano  i  nostri  commandos,  ottomila  case  di  palestinesi  sono

          state  distrutte,  senza  contare  le  torture  cui  vengono  sottoposti  i  nostri
          fratelli  nelle  loro  prigioni,  e  i  bombardamenti  al  napalm  sulla
          popolazione inerme. Noi facciamo certe operazioni, chiamate sabotaggi,
          per dimostrargli che siamo capaci di tenerli in mano con gli stessi sistemi.
          Ciò colpisce inevitabilmente i civili, ma i civili sono i primi complici della

          banda che governa Israele. Perché se i civili non approvano i sistemi della
          banda al potere, non hanno che dimostrarlo. Lo sappiamo benissimo che
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