Page 406 - Oriana Fallaci - Le radici dell'odio. La mia verità sull'Islam
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selvaggio, fucilati insieme alla partigiana Anna Maria Enriquez-Agnoletti.
          Così il dilemma rimane. Tormentoso, assillante.




























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             Rimane per i motivi che mi accingo ad esporre. E il primo motivo è che,
          contrariamente ai paci sti che non berciano mai contro Saddam Hussein
          o Bin Laden e se la pigliano solo con Bush o con Blair, (ma nel corteo di

          Roma  se  la  son  presa  pure  con  me,  a  quanto  pare  augurandomi  di
          scoppiare in mille pezzi col prossimo shuttle), la guerra io la conosco. So
          bene che cosa signi ca vivere nel terrore, correre sotto le cannonate o le
          bombe da mille chili, veder morire la gente ed esplodere le case, crepare
          di  fame,  non  aver  nemmeno  l’acqua  da  bere.  E,  peggio  ancora,  sentirsi

          responsabile per la morte di un altro essere umano. (Anche se quell’essere
          umano è un nemico, ad esempio un fascista o un soldato tedesco.) Lo so
          perché  appartengo,  appunto,  alla  generazione  della  Seconda  guerra

          mondiale. E perché gran parte della mia vita sono stata corrispondente di
          guerra. Non uno di quelli che stanno in albergo: uno di quelli che al fronte
          ci vanno davvero. Ergo, dal Vietnam in poi ho visto orrori che chi conosce
          la  guerra  soltanto  attraverso  la  TV  o  i   lm  dove  il  sangue  è  salsa  di
          pomodoro non immagina nemmeno. E la guerra la odio quanto i paci sti

          in buona o cattiva fede non la odieranno mai. La odio tanto che ogni mio
          libro trabocca di quell’odio. La odio tanto che per no i fucili da caccia mi
          danno fastidio e lo stupido schioppettare dei cacciatori estivi mi fa salire
          il sangue al cervello. Però non accetto il fariseo principio anzi slogan di

          coloro  che  dicono:  «Tutte  le  guerre  sono  ingiuste,  tutte  le  guerre  sono
          illegittime».  La  guerra  contro  Hitler  e  Mussolini  era  una  guerra  giusta,
          perbacco. Una guerra legittima. Anzi, doverosa. Le guerre risorgimentali
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