Page 408 - Oriana Fallaci - Le radici dell'odio. La mia verità sull'Islam
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dietro una duna del deserto saudita, sola sola e indifesa, quando quattro
scheletri scalzi e laceri vennero verso di me con le braccia alzate. «Bush!»
bisbigliarono in tono supplichevole. «Bush!». Parola che per loro
signi cava: «Ho tanta fame, tanta sete. Fammi prigioniero, per carità». Io
li presi, li consegnai al tenente in carica, e invece di congratularsi questo
brontolò:
«U a! Ne abbiamo già cinquantamila. Glielo dà lei da mangiare e da
bere?». Eppure gli americani non raggiunsero Bagdad. George Bush Senior
non lo rimosse, Saddam.
(Il-mandato-delle-Nazioni-Unite-era-liberare-il-Kuwait-e-basta.) E, per
ringraziarlo, Saddam tentò di farlo assassinare. Infatti a volte mi chiedo
se questa guerra tardiva non sia anche una rappresaglia pazientemente
attesa. Una promessa liale, una vendetta da tragedia shakespeariana
anzi greca.
* * *
Il terzo motivo è il modo sbagliato in cui l’ipotetica promessa al babbo
s’è realizzata.
Chi oserebbe confutarlo? Dall’11 settembre agli inizi dello scorso
autunno tutta l’enfasi si concentrò su Bin Laden, su Al Qaida,
sull’Afghanistan. Saddam Hussein e l’Iraq furono praticamente ignorati. E
solo quando diventò chiaro che Bin Laden godeva un’eccellente salute
perché l’impegno di prenderlo vivo o morto era fallito, Bush e Powell si
ricordarono del suo rivale. Ci dissero che Saddam Hussein era cattivo, che
tagliava la lingua e gli orecchi agli avversari, che uccideva i loro bambini
dinanzi ai loro occhi. (Vero.) Che decapitava le prostitute poi esibiva in
piazza le loro teste.