Page 413 - Oriana Fallaci - Le radici dell'odio. La mia verità sull'Islam
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Sorretti dal loro caparbio ottimismo, lo stesso ottimismo con cui a Fort
          Alamo  combatterono  con  tanto  eroismo  e   nirono  tutti  massacrati  dal

          generale  Santa  Ana,  gli  americani  sono  certi  che  a  Bagdad  verranno
          accolti come a Roma e a Firenze e a Parigi.
             «Ci applaudiranno, ci getteranno  ori» mi ha detto tutto contento una
          testa d’uovo di Washington. Forse. A Bagdad può succedere di tutto. Ma
          dopo? Che succederà dopo?

             Oltre due terzi degli iracheni che nelle ultime «elezioni» hanno dato il
          cento per cento dei voti a Saddam sono sciiti che da sempre vagheggiano
          di stabilire la Repubblica islamica dell’Iraq. E negli anni Ottanta anche i

          sovietici vennero accolti bene a Kabul.
             Anche  i  sovietici  imposero  la  loro  pax  con  l’esercito.  Convinsero
          addirittura le donne a togliersi il burqa: rammenti? Però dieci anni dopo
          dovettero andarsene, cedere il passo ai Talebani. Domanda: e se, invece
          di  scoprire  la  libertà,  l’Iraq  diventasse  un  secondo  Afghanistan?  E  se,

          invece di imparare la democrazia, l’intero Medio Oriente saltasse in aria o
          il cancro si moltiplicasse? Di paese in paese, con una specie di reazione a
          catena… Da occidentale  era della sua civiltà e quindi decisa a difenderla

           no  all’ultimo   ato,  senza  riserve  dovrei  in  tal  caso  unirmi  a  Bush  e  a
          Blair asserragliati dentro una nuova Fort Alamo. Senza riluttanze dovrei
          in tal caso combattere e morire con loro. Il che è l’unica cosa sulla quale
          non ho il minimo dubbio.
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