Page 354 - Oriana Fallaci - Le radici dell'odio. La mia verità sull'Islam
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accorti e: «Stop! Stop o spariamo, stop!».
Ci siamo fermati, e Abdul ha detto: «Ragazzi, è giunto il momento di
levarci le mutande bianche». Poi s’è calato i calzoni, si è tolto le mutande
bianche, le ha ssate a un bastone che stava per terra, e ha fatto la
bandiera bianca. Si è messo a sventolarla gridando: «Non sparate, ci
arrendiamo, non sparate!». Invece loro hanno sparato lo stesso. E lo
hanno ammazzato.
Ammazzato?
Sì. Abdul è morto. Morto, morto…
Non piangere, Dakèl.
Ma era il più bravo di tutti, Abdul. Il più buono, il più intelligente, il
più misericordioso… E ci teneva tanto a quelle mutande bianche… Anche
se non erano più tanto bianche, era così sicuro che gli avrebbero salvato
la vita… Invece è morto proprio per quelle. Per le mutande bianche…
Cattivi, cattivi! Sono stati cattivi quelli della Resistenza.
Siete stati cattivi anche voi, Dakèl.
Io no, io no!
Nel Kuwait avete ucciso, torturato, saccheggiato…
Io no, io no! Io sono un povero contadino che coltiva i cetrioli, le
cipolle e le melanzane, non conto nulla e non ho mai fatto del male a
nessuno: lo giuro! Lo giuro, lo giuro! Ho preso soltanto il cibo di quella
kuwaitiana che me lo ha dato… Le ho detto «dammelo» e lei me lo ha
dato… Non ho ammazzato nessuno, io, non ho torturato nessuno, non ho
saccheggiato nessuno… E neanche Abdul si è mai comportato male!
Erano quelli della Guardia Repubblicana che si comportavano male! E
quelli della polizia segreta, della Savak, che lavoravano coi palestinesi!
Devi credermi, devi credermi!
Va bene, Dakèl. Cercherò di crederti. Ora riposati, pensa a quando tornerai
a casa.
A casa?!? Ma io non posso tornare a casa! Dopo aver buttato via il
fucile e aver detto quello che t’ho detto, sono un uomo morto se torno a